tipologia: residenza

localitá: Torino

anno completamento: 2001

Il landmark è una parola cara agli architetti.

Landmark è segnale, riferimento nello spazio. Senza landmark un territorio è insipido: chi lo percorre o lo abita è smarrito. Senza landmark Il luogo è, come si dice, “un non luogo”.

Landmark può essere una torre, un faro, ma anche un cartellone, una chiesa, un ponte, un monte, una grande quercia. Se c’è un landmark il paesaggio ci parla, ha senso.

Il progetto che ho sviluppato vorrebbe tendere ad essere una base precisa dal quale realizzare un landmark

La precisione a cui aspiro nella progettazione non è solo una sana consuetudine lavorativa; è anche un atteggiamento verso le persone e le cose.

Pignoleria? No, esattezza motivata e finalizzata. Una piccola lezione utile per tutti, ma indispensabile per noi italiani. Chi ce l’ha fatta, fateci caso, ha saputo unire brillantezza e precisione. La prima è congenita; la seconda va coltivata.

Pochi di noi dovranno preoccuparsi della propria intuizione, dell’intelligenza emotiva o della capacità di pensiero associativo; quasi tutti, invece, dobbiamo badare alla nostra costanza e affidabilità.

L’architettura è come diceva Schiller, dovrebbe anche esser “gioco” ma il progetto, per esser autentico, deve esser sofferto e per dirla con Calvino plasmare con l’Architettura un mondo più bello, più umano, e più giusto, più libero e lieto.