Casa Funebre a Cormano

tipologia: funebre

localitá: Cormano (MI)

anno progettazione: 2021

Riuso di un immobile produttivo al fine della riconversione e recupero sociale ed urbano dell’insediamento nell’ottica dell’innovazione dei servizi funebri locali.

Maggiori informazioni sulla nostra progettazione funeraria.

Turin Cookin’ Factory

Tipologia:

Localitá: Torino

Anno completamento: 2016

“Mangiare è un piacere ma è anche un atto sociale.”


Il Progetto si riferisce al cambio destinazione d’uso da Tipografia interno cortile a Laboratorio per corsi di cucina amatoriale.

L’ambizione, rispetto al Laboratorio per corsi di cucina amatoriale, è di realizzare uno spazio per la vita, senza barriere architettoniche quindi accessibile a tutti, simile ad una casa che sia al nostro fianco lungo l’evoluzione cui il corpo e la mente vanno incontro negli anni, poiché la preparazione e consumazione del pasto gioca un ruolo di fondamentale arricchimento della qualità della vita intervenendo sia sul piano affettivo che quello relazionale.

Peculiarità tecniche :

si è cercato di creare un rapporto tra esterno ed interno dell’edifico “sfumato”, lo spazio interno sarà quindi un “continuum” dell’esterno usufruendo in tal senso anche di arredo mobile

 

L’immobile è dotato di :

  • vespaio aerato pre-coibentato dove si cela l’impianto di aspirazione dei vapori e ventilazione dei piani di lavoro (costituiti da n° 2 piani cottura del tipo ad induzione di costruzione NEFF modello T54T95N2) con due cappe ( NEFF, modello I99L59N0 Air Deluxe 300) aventi una portata in estrazione ed espulsione variabile da 450 a 710 mc/h , integrate ed a scomparsa nella struttura del blocco cottura dotate di ventilatore di aspirazione con controllo elettronico della velocità di rotazione del motore con tre gradini di funzionamento normale + due nello stadio intensivo, consentendo di non avere le solite cappe a vista – sospese ed un notevole abbattimento dei rumori relativi all’aspirazione a favore dell’ascolto di chi tiene i corsi
  • involucro performante termo-acusticamente parlando
    Edificio Classe B, capottato sia in copertura che in facciata, collegato al teleriscaldamento, dotato di pannelli solari – termici e d’illuminazione a led a seguito di un progetto illuminotecnico
    Serramenti dotati di vetri sicurezza temperati in copertura e stratificati in facciata , a taglio termico, basso emissivi, selettivi nei confronti della luce /energia, dotati di canalina isolante con gas argon
  • pavimento della sala corsi amatoriali in gres ceramico fine porcellanato grande formato fotocatalitico, che appartiene alla nuova frontiera dei materiali ecoattivi , l’unica ceramica al mondo per pavimenti e rivestimenti antinquinante e battericida grazie alla luce solare del lucernario sovrastante unendo alle qualità estetiche una efficace azione battericida ed antiodore
  • pavimento della sala adiacente in legno industriale a favore dell’aspetto caldo, naturale e molto resistente all’usura per un utilizzo polivalente
  • luce solare naturale zenitale grazie ai lucernari che garantiscono un’aero- illuminazione naturale gestita meccanicamente con sistema motorizzato manuale per ogni “vasistas” che permette un ricircolo d’aria naturale senza bisogno di ulteriore condizionamento

 

Crediti Fotografici: Fabio Oggero


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Residenza Perazzo

tipologia: residenza

localitá: Torino

anno completamento: 2001

Il landmark è una parola cara agli architetti.

Landmark è segnale, riferimento nello spazio. Senza landmark un territorio è insipido: chi lo percorre o lo abita è smarrito. Senza landmark Il luogo è, come si dice, “un non luogo”.

Landmark può essere una torre, un faro, ma anche un cartellone, una chiesa, un ponte, un monte, una grande quercia. Se c’è un landmark il paesaggio ci parla, ha senso.

Il progetto che ho sviluppato vorrebbe tendere ad essere una base precisa dal quale realizzare un landmark

La precisione a cui aspiro nella progettazione non è solo una sana consuetudine lavorativa; è anche un atteggiamento verso le persone e le cose.

Pignoleria? No, esattezza motivata e finalizzata. Una piccola lezione utile per tutti, ma indispensabile per noi italiani. Chi ce l’ha fatta, fateci caso, ha saputo unire brillantezza e precisione. La prima è congenita; la seconda va coltivata.

Pochi di noi dovranno preoccuparsi della propria intuizione, dell’intelligenza emotiva o della capacità di pensiero associativo; quasi tutti, invece, dobbiamo badare alla nostra costanza e affidabilità.

L’architettura è come diceva Schiller, dovrebbe anche esser “gioco” ma il progetto, per esser autentico, deve esser sofferto e per dirla con Calvino plasmare con l’Architettura un mondo più bello, più umano, e più giusto, più libero e lieto.